

Vincenzo Pagano

Su di me
​
Vincenzo Pagano nato a Ribera (Ag) nel 1967.
Vivo e lavoro a Torino, come tutti gli scrittori o aspiranti tali, sono un assiduo lettore. Sono convinto che non esista l’Adamo letterario e che tutti noi scrittori siamo nani issati sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto.
La mia filosofia, per quanto riguarda la lettura e i libri, coincide sostanzialmente con quella di una delle più grandi voci della letteratura del Novecento: Jorge Luis Borges.
Se un libro vi annoia, abbandonatelo; non leggete un libro perché è famoso, non leggete un libro perché è moderno, non leggete un libro perché è antico. Se un libro per voi è noioso, lasciatelo, anche se si tratta del Paradiso perduto o del Chisciotte- che per me non sono noiosi. Ma se per voi un libro è noioso, non leggetelo; significa che quel libro non è stato scritto per voi. La letteratura deve essere una forma di felicità , quindi io consiglierei agli ipotetici lettori del mio testamento- che non ho intenzione di scrivere- di leggere molto, di non lasciarsi intimorire dalla reputazione degli autori, di continuare a cercare una felicità personale, un piacere personale. Questo è l’unico modo di leggere.
